Recensione: Eldest di Christopher Paolini


Trama:

Eragon e il suo drago Saphira hanno appena salvato la città dei ribelli dall'assalto dello sterminato esercito di re Galbatorix, il crudele reggente dell'Impero. Ora Eragon deve mettersi in viaggio per raggiungere Ellesméra, la terra degli elfi, dove proseguirà il suo apprendistato nell'arte della magia e della spada, abilità vitali per un Cavaliere dei Draghi. È un viaggio affascinante, ricco di avventura, costellato da incontri con personaggi che incutono rispetto e visite a palazzi solenni. Tranelli e tradimenti lo attendono a ogni angolo: capire di chi fidarsi sarà per Eragon la prova più difficile...
Voto:


Recensione:

Come saprete parliamo del secondo libro della serie Il Ciclo Dell'Eredità che era iniziata con Eragon.
La prima cosa che salta all'occhio è che si tratta di un libro molto sostanzioso. Posso dirvi che ogni virgola scritta nel libro è assolutamente necessaria alla storia, che non è mai noiosa.
Mi ha fatto molto piacere scoprire che il secondo volume si apre a soli tre giorni da dove era finito il primo. Non ci sono problemi a seguire la storia quindi e non c'è bisogno di ricapitolare nulla, nè di spiegare cosa sia successo nel periodo che non viene raccontato.
Mi ha colpito moltissimo e mi ha lasciata spiazzata il fatto che subito ci sia un colpo di scena, subito una battaglia. E credo che sia voluto il fatto che non si senta nulla quando Murtagh e i Gemelli vengono portati via dagli Urgali...
Focus di questo libro è la formazione di Eragon tra gli elfi. Ho adorato ogni singolo momento. Quando Eragon si trova tra i nani viene a conoscenza delle loro leggende e della loro "religione", se così la possiamo chiamare. Bellissimo come viene spiegata la nascita delle varie razze.
Molto interessante anche il fatto che gli elfi siano così complicati e abbiano usanze completamente diverse dal resto del mondo. Rispecchia benissimo le differenze tra culture che ci sono anche nella vita reale.
E poi, sia tra i nani che tra gli elfi, tutto in questo mondo viene spiegato con una leggenda, non lo trovate fantastico?
Passiamo ora a parlare della lingua antica, usata in particolare dagli elfi e per gli incantesimi. Questo è il punto che ha fatto sì che dessi al libro 4.75 su 5 anzichè il voto pieno. Non sempre le frasi in lingua antica sono riportate nel glossario, quindi alcune parole rimangono oscure. e questo mi ha fatto venire i nervi, durante la lettura. Nonostante questo la lingua antica è stata molto ben pensata dall'autore che la conosce alla perfezione ed è in grado di puntualizzare gli errori fatti da chi non la conosce bene quanto lui. L'ignoranza a volte porta a fraintendimenti...e in questo libro di capisce benissimo.
In Eldest abbiamo poi, più punti di vista. Rientra in campo Roran, che deve affrontare i Ra'zac e cercare di difendere Carvahall e il suo amore per Katrina.
E abbiamo anche il punto di vista di Nasuada, dopo la partenza di Eragon per Ellésmera.
Tutto si collega alla fine del libro, quando anche Roran ha una parte importante. E questo mi ha fatto molto piacere.
Ultima cosa: sono rimasta impressionata dai Fairth...fosse così facile dipingere lo farei anche io!

Ora siccome è il secondo libro mi lascio andare a spoiler e congetture...SIETE STATI AVVISATI!

Parliamo di Murthag. Me lo sentivo che sarebbe diventato Cavaliere. Per lo meno, nella mia testa erano o lui o Roran...anche se non è detto che Roran non lo diventi nel terzo libro.
E mi ero anche immaginata che Murthag fosse fratello di Eragon, anche se sono convinta che quest ultimo non sia figlio di Morzan...



Citazione Preferita:

- "Non è cambiata lei,ma la percezione che tu hai di lei."
- "Eragon, tu sei storpio solo se ti consideri tale. Capisco come ti senti, ma devi restare ottimista, perchè un atteggiamento negativo è più limitante di qualsiasi ferita fisica. L'autocommiserazione non aiuterà nè te nè Saphira."

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