Trama:
Il diario di Enrico, un bimbo torinese di terza elementare, ci conduce per mano giorno dopo giorno attraverso le diverse tappe di un anno scolastico denso di avvenimenti gioiosi e tristi. Lo scrivano fiorentino, la maestrina dalla penna rossa, il severo maestro Perboni, il buon compagno Garrone, il povero figlio del carbonaio sono tra i piccoli grandi protagonisti dell'Italia risorgimentale che in questo libro prende vita ancora oggi, a oltre cento anni dalla pubblicazione. Straordinarie storie di eroismi quotidiani capaci di imprimersi nel cuore dei lettori odierni come di quelli di un secolo fa, lasciando un ricordo indelebile.
Voto:



Recensione:
Partiamo parlando della copertina e del titolo. Le edizioni DeAgostini dei classici mi piacciono un sacco: sono semplici e rappresentano il/i protagonista/i della storia e basta. In questo caso, però, mi trovo a dover dire che la scelta di mettere la maestra non è stata la migliore. E' vero che la maestra di Enrico ha un ruolo importante nella storia, ma avrei visto più giusto affiancare al protagonista o uno dei suoi compagni di classe o suo padre che gli insegna moltissimo.
Per quanto riguarda il titolo lo trovo azzeccatissimo. Non metto in discussione che se i grandi classici non hanno mai cambiato titolo un motivo ci sia, ma a volte, ai giorni nostri, i titoli dei libri non c'entrano nulla con la storia che andremo a leggere. In questo caso, invece, la parola cuore ha un grande rilievo durante tutto il racconto. Viene ripetuta più volte e più volte traspare dalle azioni che i personaggi attuano.
Allora passiamo a parlare proprio della storia. Ho molto apprezzato vedere la scuola dal punto di vista di un bambino. Soprattutto, ho apprezzato che la scuola descritta fosse quella di fine '800, appena dopo l'unità d'Italia. Si parla molto, in effetti, del tema dell'unità e dalle lettere che il padre scrive al figlio si capisce che l'unità d'Italia era una cosa che si aspettava da tanto e che ha fatto felici moltissime persone.
Ma non vi ho ancora detto com'è strutturato il libro...e probabilmente vi state chiedendo cosa c'entri il padre se a narrare è un bambino. Beh, questo libro è strutturato come se fosse il diario di un ragazzino di terza elementare che narra tutte le sue vicende, dentro e fuori dalla scuola. Di tanto in tanto, però, vengono inserite anche delle lettere che il padre o la madre di Enrico indirizzano al figlio. L'ho trovata una strategia geniale. In questo modo il lettore vede il mondo con gli occhi di un bambino che non capisce tutte le cose, che è pieno di innocenza e che di tanto in tanto fa i suoi sbagli, ma riusciamo anche a ricevere degli insegnamenti e un contesto storico dai grandi.
Vi ho già detto che la parola cuore ha un bel peso in questo libro. Il fatto è che i bambini sono pieni di buoni sentimenti che vengono fuori anche nel peggiore dei momenti. Un bambino è in difficoltà? Lo aiutiamo regalandogli un giocattolo. E' poco, ma il bambino sarà contento. Un ragazzino è ammalato? Lo vado a trovare con delle arance! Sembrano cose stupide, ma noi, al giorno d'oggi, non lo facciamo. Ecco, questo libro ci insegna che anche le cose più piccole e i gesti più semplici hanno un grande peso nel fare felici gli altri.
E ciò che Enrico non comprende perchè è ancora troppo giovane, glielo spiegano il papà e la mamma attraverso delle lettere. Allora troviamo argomenti come la speranza che bisogna sempre avere, l'amore per la nuova patri appena nata, l'amore per i genitori che sono coloro che ci vorranno sempre bene e ci aiuteranno nei momenti di difficoltà. Si vede che l'autore voleva rivolgersi ad un pubblico di ragazzini perchè le parole usate non sono mai troppo ampollose (per usare un termine caro alla mia prof di italiano) e i concetti sono sempre spiegati in modo semplice e lineare.
Passiamo adesso a parlare dei personaggi. Ce ne sono tanti. A volte ho fatto veramente fatica a ricordarmi di chi si stesse parlando. questo è uno dei punti che ha fatto scendere il voto. Probabilmente questo problema è derivato dal fatto che ci ho messo un bel po' a leggere il libro, ma potrebbe anche essere il contrario. Nella classe di Enrico ci sono tanti bambini e ognuno ha un suo soprannome. Purtroppo non credo che l'autore sia riuscito a rendere chiaro il passaggio dal loro nome vero al soprannome, però poi li usa entrambi. Ripeto, potrebbe essere un problema solo mio, però mi ha un po' rovinato l'esperienza di lettura.
Un altro punto che ha fatto scendere il voto finale è stata la scrittura. L'ho già detto un sacco di volte e so che è una cosa totalmente personale, ma io non sopporto leggere un italiano non corrente. In questo caso, fortunatamente, le differenze tra l'italiano del tempo e quello corrente non sono molte ma ci sono state alcune volte che mi sarei messa le mani nei capelli. Ad esempio, la parola leggere viene scritta leggiere e io sentivo un brivido ogni volta che la incontravo. Cose di questo tipo mi hanno un po' infastidito...
Citazione Preferita:
- "I tuoi libri sono le tue armi, la tua classe è la tua squadra, il campo di battaglia è la terra intera, e la vittoria è la civiltà umana"
A Chi Lo Consiglio?
Lo consiglio alla mamma che vuole un aiuto nel far capire dei concetti ai suoi bambini (in questo caso salterei i racconti mensili). Lo consiglio alle maestre che vogliono leggere un libro semplice ma di spessore a scuola. Lo consiglio a te che stai leggendo questa recensione, perchè sarà una lettura che ti farà crescere tanto!
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