Pagine: 309
Edizione: Tea Libri
Prezzo: 12,00 €
Trama:
Algernon è un topo, ma non un topo qualunque. Con un'audace operazione, uno scienziato ha triplicato il suo QI, rendendolo forse più intelligente di alcuni esseri umani. Di certo più di Charlie Gordon, che fino all'età di trentadue anni, ha vissuto nella dolorosa consapevolezza di non essere molto... sveglio. Ma cosa succederà quando la stessa operazione verrà effettuata su Charlie? Quale sorte accomunerà la sua esistenza e quella del fedele amico Algernon?
Recensione:
Leggendo la trama e il libro potreste pensare che tutta la storia sia incentrata sulla storia di Algernon, il topo; invece, seguiamo le vicende di Charlie Gordon, un adulto "ritardato" che decide di sottoporsi ad un'operazione per far aumentare il suo QI. Charlie lo sa che questo è un esperimento, ma è così determinato a diventare intelligente e a farsi volere bene da tutti che non si preoccupa dei possibili effetti collaterali.
Noi lettori leggiamo la sua storia attraverso delle pagine di diario scritte dallo stesso Charlie, su richiesta dei medici che conducono il suo esperimento. E questo è il dettaglio che fa la differenza.
All'inizio Charlie scrive male, anche se si fa capire, ma piano piano lo vediamo progredire. E' come guardare un bambino che impara a leggere e scrivere in prima elementare.
Io ho sempre fatto il tifo per Charlie e leggere delle sue esperienze passate e la consapevolezza che l'intelligenza l'ha portato ad avere di queste esperienze mi ha distrutto il cuore.
Questo libro mi ha fatto capire quanto può essere triste sapere. Sapere non sempre è un bene. Per Charlie la sapienza è stata quasi una maledizione. Lui voleva capire, studiare, essere come gli altri, ma l'intelligenza non gli è servita a farsi voler bene. Gli ha fatto riaffiorare traumi che non sapeva di avere e gli ha inimicato più di una persona.
E in tutto questo cosa c'entra Algernon? Algernon ha fatto da apripista a Charlie e in lui il protagonista vede gli effetti collaterali provocati dall'operazione. E' questa la cosa più triste: Charlie vede a cosa va incontro senza poter fare nulla.
Per questo il libro è triste e per questo dico che la conoscenza non sempre è un bene.
A parte la storia in se, il libro è scritto molto bene. Ti dà veramente la sensazione di leggere delle pagine di diario di un individuo che sta cambiando, sta evolvendo. L'unica pecca che ho trovato (e che dipende solamente dal fatto che il libro è del 1958) è la traduzione che risulta un po' datata. Vi faccio degli esempi: viene utilizzata la parola lagrima anzichè lacrima, fare all'amore al posto di fare l'amore, ella al posto di lei. Sono piccole cose che però mi hanno un po' distolto dalla storia.
Per il resto è sicuramente un libro da leggere per capire che l'intelligenza non è tutto: per essere dei bravi esseri umani ci vuole altro.
Noi lettori leggiamo la sua storia attraverso delle pagine di diario scritte dallo stesso Charlie, su richiesta dei medici che conducono il suo esperimento. E questo è il dettaglio che fa la differenza.
All'inizio Charlie scrive male, anche se si fa capire, ma piano piano lo vediamo progredire. E' come guardare un bambino che impara a leggere e scrivere in prima elementare.
Io ho sempre fatto il tifo per Charlie e leggere delle sue esperienze passate e la consapevolezza che l'intelligenza l'ha portato ad avere di queste esperienze mi ha distrutto il cuore.
Questo libro mi ha fatto capire quanto può essere triste sapere. Sapere non sempre è un bene. Per Charlie la sapienza è stata quasi una maledizione. Lui voleva capire, studiare, essere come gli altri, ma l'intelligenza non gli è servita a farsi voler bene. Gli ha fatto riaffiorare traumi che non sapeva di avere e gli ha inimicato più di una persona.
E in tutto questo cosa c'entra Algernon? Algernon ha fatto da apripista a Charlie e in lui il protagonista vede gli effetti collaterali provocati dall'operazione. E' questa la cosa più triste: Charlie vede a cosa va incontro senza poter fare nulla.
Per questo il libro è triste e per questo dico che la conoscenza non sempre è un bene.
A parte la storia in se, il libro è scritto molto bene. Ti dà veramente la sensazione di leggere delle pagine di diario di un individuo che sta cambiando, sta evolvendo. L'unica pecca che ho trovato (e che dipende solamente dal fatto che il libro è del 1958) è la traduzione che risulta un po' datata. Vi faccio degli esempi: viene utilizzata la parola lagrima anzichè lacrima, fare all'amore al posto di fare l'amore, ella al posto di lei. Sono piccole cose che però mi hanno un po' distolto dalla storia.
Per il resto è sicuramente un libro da leggere per capire che l'intelligenza non è tutto: per essere dei bravi esseri umani ci vuole altro.
Voto:




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